MARCELLO SESTITO: straVolti
MARCELLO SESTITO
Stra-Volti
Il nostro volto è una maschera, il sipario di un corpo, la nostra identità da cui non possiamo sfuggire, ma possiamo camuffare, illuderci, trovare sempre nuovi personaggi dietro cui scomparire, oppure nasconderci dietro un selfie perfetto.
Marcello Sestito è consapevole del gioco delle parti, mette tutto sotto i nostri occhi, e tutte le persone diventano personaggi, le maschere le rende più vere del vero. Ci riporta a un’identità originaria , abbatte il muro della comunicazione alterata, stravolge, senza distorcere, per rivelare. Integra parti di se frammentarie sotto uno stesso cielo. La nostra identità più profonda si costruisce man mano che si manifesta. Un volto si definisce attraverso la relazione, volti moltiplicati all’infinito, volti evanescenti virtuali che implorano “guardami”. I volti delle donne formano un unico volto, che comprende tutto, dolore e piacere, glamour e mistero, dando forma ad una cosmologia linguistica dove ognuna di noi è un mondo.
Un senso di euforia e di guizzo vitale anima tutti i ritratti, attraversati da una energia pop con strumenti del presente digitale, destinati a sfondare le barriere del linguaggio; sono i selfie infiniti che tendono a definire a ribadire l’esserci, dove c’è carenza di “essere”. I volti di Marcello Sestito hanno un’identità di genere, sono donne. E’ un universo femminile in apparenza giocoso e ludico, ma è anche un femminile che ha valenza tribale, appare con la forza di chi dissotterra l’ascia di guerra, sono atomi aggreganti con cui l’artista mira a spiazzare il sistema della comunicazione, artefatta, stravolta e inglobata in un sentire attuale.
Il colpo d’occhio è calamitato dal colore, dai segni vivaci che intercettano diverse formulazioni segniche. E’ un’energia biologica e culturale che trasuda di selvaggio, oltre il pensiero ubbidiente ad una logica in cui l’identità rischia di essere risucchiata dal sistema di controllo sociale. Ogni volto è una scoperta ogni volto è un dono, un testo scritto. Ci rammenta la nostra unicità , l’inviolabilità del nostro essere profondo. Ogni volto è un‘architettura che innesca nuovi rapporti visivi e percettivi e dà forma al caos biologico e strutturale; individualità che vogliono emergere dalla massa, volti che si sottraggono all’allucinazione digitale. Il volto merce, il volto selfie, non è un feticcio, ma si trasforma in chimera. A queste forze occorre dare un volto e Marcello Sestito lo fa, ogni volto ribadisce che è possibile navigare in un mare di dati e di algoritmi senza affogare, isolando dal rumore di fondo noi stessi.
Questi volti sono stra-volti perché forse è solo attraverso uno stravolgimento, un turbamento che si diviene consapevoli delle logiche di sorveglianza, e il corpo non è più merce di scambio.
Il volto e lo sguardo, ora si contraddicono ora si ricongiungono, l’io e l’altro, l’io è un altro, il tempo e la velocità con cui si manifesta sullo schermo di uno smart phone o su un ipad è un gesto provocatorio rispetto ai mezzi tradizionali della pittura, in cui l’errore non è previsto.
E’ un paesaggio di segni che incidono e stravolgono l’originale, letture intime che sovrappongono storie a storie. E’ un delirio di sguardi che liberamente si mostrano, guardando chi guarda, una galleria di facce in cui specchiarsi e riconoscersi. “Je est un autre”, ha detto Baudelaire ed è proprio in questa alterità e caleidoscopica ambiguità che Marcello Sestito con i suoi stra-volti, getta un ponte umano tra Narciso e la sua immagine riflessa.
Stefania Carrozzini
28 Dicembre 2022