Grammatiche terrestri
GRAMMATICHE TERRESTRI
MyMicroGallery è lieta di presentare la mostra collettiva “Grammatiche Terrestri” a cui partecipano undici artisti: Murielle Argoud (FR), Stephanie Chambers( US) Frances Clarke (UK), Bonnie Eisen, (US), Grazia Gabbini (Italy) Akshita Gandhi (India) Latana (US/Singapore) Maurizio Pini (Italy) Karen Schory(US) Marcello Sestito (Italy) Vincenzo Torcello (Italy). In mostra opere fotografiche, collages, pittura e installazione che scandiscono un percorso di mappe narrative in cui ogni artista si relaziona con il tema della Terra muovendosi tra scienza ed enigma, algoritmo e spontaneità.
Le foto aeree e le immagini procurate attraverso le sonde spaziali, ci presentano la superficie terrestre e le impronte umane che la connotano come una realtà oggettiva, che esiste e vive al di fuori dell’individuo. Questa è la grammatica razionalista , che definisce la geografia convenzionale e che vuole essere una parte fondamentale delle conoscenze su cui è basata la nostra vita. C’è però un altro modo di rappresentare la superficie terrestre, che è quello dell’arte in cui la sacralità dei luoghi, fisici e psichici, è considerata come parte della nostra esperienza profonda e della nostra percezione del mondo. Questa è la geografia umanistica, che pone l’individuo nelle sue condizioni esistenziali, al centro della rappresentazione, e considera i luoghi nei termini in cui entrano a far parte della sfera emozionale e spirituale.
La mostra mette a confronto diversi modi espressivi per territori emotivamente percepiti approdando ad affrontare temi fondamentali, dalla città alla rete urbana, dal paesaggio al concetto di confine, all’esperienza di esseri umani abitanti del Pianeta Terra. Così come ogni grammatica sottintende etimologicamente la téchne, ossia “arte (o tecnica) della scrittura” , la grammatica terrestre assunta dalla comunicazione creativa va oltre la visione ordinaria delle cose, ha bisogno di essere nutrita dallo scambio tra entità dello stesso ciclo organico che si riconoscono come parte del tutto. Attraverso tale comprensione è possibile leggere il mondo che ci circonda come un libro densissimo di segni a volte incomprensibili, mai però casuali.
Tutti gli elementi della natura comunicano tra loro e niente è separato, solo a noi esseri umani le cose appaiono divise, in realtà sono tutte concatenate come parti di un unico corpo. Abbiamo segnato la superficie terrestre con confini spaziali marcati che hanno prodotto gravi disuguaglianze fa nazioni regioni e classi ed etnie, spolpato e colonizzato territori sottolineando le differenze piuttosto che i valori che ci possono unire. La grammatica terrestre, opera creativa dell’uomo, mira a colmare la distanza tra cultura e natura, poiché è impossibile pensare alle due cose come entità separate. Gli artisti, come architetti del paesaggio dell’anima, intessono reti fisiche e virtuali, trascendendo i confini del visibile.
C’è dunque una grammatica, una legge , una regola, che struttura il mondo fisico (e non fisico) che ci circonda, così come c’è una sintassi, una comunicazione impressa dall’essere umano che rinnova il presente con il suo operare, creando sempre nuovi palinsesti. La grammatica terrestre è la lingua della natura-cultura con i suoi codici tutti perfettamente interconnessi che compongono lo spazio geografico, biologico e psichico. Per espandere il pensiero ed evolverci dovremmo fare nostro il regale messaggio del maestro Joseph Beuys: “l’uomo e la natura con l’animo riunito costruiranno un nuovo mondo”.
(S. C.)